Acquisto di "ex militaria"
Ho visitato una fiera di appassionati di oggettistica militare ed in un paio di stand mi hanno proposto di acquistare un lanciarazzi di provenienza dell’Europa dell’Est ed alcune fondine a loro dire dismesse della Polizia e dei Carabinieri italiani. I negozianti non mi avrebbero emesso regolare scontrino fiscale o ricevuta di acquisto e quindi non mi sono fidato a concludere. Come ci si deve comportare in questi casi?
Risposta a cura dell’Avv. Adele Morelli
Rispetto al quesito posto, vanno fatte le seguenti affermazioni:
- premesso che per ogni tipologia di operazione di compravendita il venditore dovrebbe emettere regolare documento fiscale (scontrino o ricevuta) e che tale obbligo è previsto anche nel caso della vendita in forma ambulante (fiere o mercatini), tanto più nel caso dell’acquisto dei cosiddetti “ex militaria”, cioè gli oggetti un tempo a destinazione militare, si rende necessaria l’emissione di un documento fiscale all’atto della vendita, perché proprio in questo caso il documento fiscale è una prima forma di garanzia circa la tracciabilità di tali oggetti;
- gli “ex militaria” possono essere immessi sul mercato a queste due condizioni: 1) quando vi è un formale atto di dismissione degli stessi da parte del reparto che li aveva adottati e loro sostituzione con nuovi materiali, e contestualmente 2) viene formalizzata la loro immissione (secondo svariate modalità) sul mercato civile (ad es. l’attuale rivenditore li ha acquistati mediante bando di gara o da altro distributore che li aveva a sua volta acquisiti mediante procedura di devoluzione dal reparto al mercato civile, etc.);
- il rispetto di tali condizioni rende pertanto la vendita regolare sotto ogni profilo, rischiando altrimenti di incorrere in contestazioni penali di un certo rilievo (violazione dell’art. 28 TULPS per detenzione di equipaggiamento militare unitamente alla violazione dell’art. 648 cp per ricettazione oppure violazione dell’art. 712 cp per incauto acquisto.
Avv. Adele Morelli
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